Numero annuncio
2640509
Descrizione
I leoni di Schneider. Percorsi intertestuali nel cinema ritrovato di Antonio Costa; Bulzoni Editore, Roma 2002; collana «Sopralluoghi», pp. 214; Copertina flessibile illustrata; Peso di spedizione: 0,345gr.
Ottime condizioni con lievissimi segni d’uso nella sovraccoperta.
Il titolo di questa raccolta di sette studi di Antonio Costa, allude ai diciotto leoni del domatore Alfred Schneider, scritturato nel 1910 dalla casa di produzione Ambrosio di Torino, per realizzare cinque film insieme ai suoi animali. «Alfred Schneider e i suoi leoni», principale attrazione di film come La nave dei leoni di Luigi Maggi (1912) e Nelly la domatrice (1912) di Mario Caserini, ispirano a Costa, nella prima parte della raccolta, un’esplorazione in ambiti poco noti e rimossi del cinema muto italiano, tra cui il fantastico, rappresentato da Le avventure straordinarissime di Saturnino Farandola (1914) di Marcel Fabre, il filone «gotico» («tutto da riscoprire e da rivalutare», pagina 84), con il fascinoso Malombra (1917) di Carmine Gallone, e La maschera e il volto (1919) di Augusto Genina, che lo studioso analizza in relazione alle problematiche espresse dalla commedia teatrale di partenza, di Luigi Chiarelli, da alcuni ritenuta esempio di teatro «grottesco», da altri ascrivibile alla «pura e semplice tradizione» (pagina 107).
Le tariffe postali sono:
- Raccomandata .........€. 5,00 sicura e tracciabile
- Piego libri ordinario .........€. 2,00 non tracciabile quindi poco sicura.
È possibile pagare tramite bonifico bancario, ricarica postepay o PayPal.
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Il titolo di questa raccolta di sette studi di Antonio Costa, allude ai diciotto leoni del domatore Alfred Schneider, scritturato nel 1910 dalla casa di produzione Ambrosio di Torino, per realizzare cinque film insieme ai suoi animali. «Alfred Schneider e i suoi leoni», principale attrazione di film come La nave dei leoni di Luigi Maggi (1912) e Nelly la domatrice (1912) di Mario Caserini, ispirano a Costa, nella prima parte della raccolta, un’esplorazione in ambiti poco noti e rimossi del cinema muto italiano, tra cui il fantastico, rappresentato da Le avventure straordinarissime di Saturnino Farandola (1914) di Marcel Fabre, il filone «gotico» («tutto da riscoprire e da rivalutare», pagina 84), con il fascinoso Malombra (1917) di Carmine Gallone, e La maschera e il volto (1919) di Augusto Genina, che lo studioso analizza in relazione alle problematiche espresse dalla commedia teatrale di partenza, di Luigi Chiarelli, da alcuni ritenuta esempio di teatro «grottesco», da altri ascrivibile alla «pura e semplice tradizione» (pagina 107).
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Città
Padova
Pubblicato
19.12.2024